Un chiaro esempio di come i mass media possano sconvolgere la realtà sta nella gestione del conflitto israelo-palestinese; è un conflitto che conosco molto bene, forse per questo mi rendo conto di quanto siano palesi i tentativi di influenzare l'opinione pubblica. Attenzione! Non solo in favore di una delle due parti!
Di questi due gruppi, che non perseguono più la diffusione di un'informazione obiettiva ma la impoveriscono con una
celata faziosità (evidenzio celata in quanto se fosse
dichiarata non avrei niente in contrario, sostengo la libertà di pensiero; in questo modo però le persone pensano di informarsi ed invece ascoltano solo le ragioni di una parte), uno ha assunto, negli ultimi anni, una posizione dominante: parlo di quello filoisraeliano, che trova esponenti nella direzione dei più importanti quotidiani e telegiornali, mentre l'altro (altrettanto pericoloso, non sarei contento nemmeno se le parti fossero invertite) non trova rappresentanti neppure in Parlamento.
Voglio sottolineare l'importanza che ha questo conflitto negli equilibri mondiali: vi trova origine l'odio ed il senso di impotenza di ogni arabo o musulmano nel mondo, sentimenti dai quali il terrorismo islamico è divampato; ogni esperto di politica internazionale vi dirà inoltre che nelle guerre compiute dall'amministrazione Bush in Medio Oriente una grossa componente è rappresentata dalla volontà di preservare la sicurezza di Israele, fedele alleato nella regione.
Dovrebbe suscitare indignazione in tutti, quindi, vedere, leggere, ascoltare certe strumentalizzazioni sui media.
Condannare aspramente, sostenendo un embargo internazionale, il risultato delle prime elezioni democratiche in Palestina, alle quali fu eletto Hamas (partito religioso che non riconosce lo Stato di Israele), posso anche comprenderlo.
Inneggiare però all'"unica democrazia in Medio Oriente" quando, in seguito alle elezioni israeliane di un mese fa, si forma un governo di estrema destra, non solo contrario alla creazione dello Stato palestinese, ma caratterizzato anche da ministri
razzisti, che vedono come soluzione la "deportazione degli arabi dallo Stato israeliano", è palesemente controinformazione.
Dovrebbe suscitare indignazione in tutti, ripeto, anche negli animi degli israeliani, vedere in Italia un'informazione di questo livello. In Israele (uno Stato che reputo molto avanzato) i dibattiti e le critiche alla società e alle scelte del governo sono all'ordine del giorno, non capisco perchè qui la situazione debba sembrare idilliaca, un Eden di valori e civiltà, in mezzo a barbari terroristi senza Dio.
Questo conflitto costituisce solo un esempio, tutti gli argomenti sono trattati in maniera frammentaria e tendenziosa! Delle guerre in Africa non sappiamo niente, ad eccezione di rare notizie strumentalizzate; il Tibet rappresenta un problema solo durante le olimpiadi in Cina, dopo viene dimenticato; non si parla del conflitto di interessi o dei processi a carico del nostro Presidente del Consiglio perchè sarebbe vantaggioso per l'opposizione: qui non si fa informazione, ci si piega alla volontà dei partiti! In Israele (per spezzare una lancia in suo favore) il premier si è dimesso perchè solo accusato di corruzione, da noi invece gode dell'immunità per la sua posizione politica! Siamo davvero uno Stato che va al contrario!
Io grido così allo scandalo perchè ho l'illusione che la gente, se informata, possa davvero cambiare il mondo in meglio. Specialmente per il potere che la democrazia le dà.
Se plagiata, però, da chi possiede i mezzi di informazione (entità che, faccio notare, non dovrebbe esistere, e che io (in Italia) ritrovo nei partiti) non fa altro che assentire, inconsciamente, ad una "dittatura dei mass media", che come tale va combattuta con ogni mezzo. Ed il più potente che abbiamo, per ora, è proprio internet.